martedì 28 gennaio 2014

My personal, little WISH LIST

Un po' come se fosse un'app su cui appuntare ciò che si desidererebbe acquistare (e ne esiste veramente più di una specializzata in base alla categoria di articoli), vorrei iniziare a tenere questa rubrica a cadenza irregolare (OVVIAMENTE), un po' come ho visto fare da tanti altri blogger.
Visto il numero esiguo di persone che mi leggono, non credo che ci sia qualcuno a cui interessi sul serio ma, a chi fosse interessato veramente vorrei indicare una serie di titoli - musica e/o libri, a seconda del mio umore ù.ù - che mi piacerebbe ascoltare/leggere nell'arco dei prossimi mesi.
A volte la lista sarà lunga, altre breve; insomma, una rubrica libera da tutti gli schemi per contenuti e cadenza.
Forse sarebbe utile dire che si accettano consigli: chiunque voglia aggiungere qualcosa, lo può fare nei commenti e lo può fare anche chi non segue il blog ma è capitato tra queste pagine per caso. Mi piace ricevere consigli su titoli e autori/artisti (in musica, lo adoro in modo particolare), che non conosco.

n.b. dato che si tratta di una wishlist, ho pensato che inserire album non ancora pubblicati ma annunciati in pubblicazione entro il 2014, non fosse una cattiva idea. Sapete, quelle uscite dei tuoi artisti preferiti che aspetti con ansia tale da prenotarle con giorni d'anticipo su Amazon, per esempio:

Adele
Adele "24": IO SO CHE DEVE USCIRE. 
So per certo che Adele, ha passato la seconda metà del 2013 a registrare e che ora l'album è in post-produzione. So che la sua ultima fatica, uscirà quest'anno e si intitolerà "24", come i suoi anni. 
Non vedo l'ora di metterci le mie manine sopra. 
Seguendola dagli esordi (facevo ancora le superiori quando uscì "19" e me ne innamorai perdutamente), e amandola in modo decuplicato già a partire da quella hit che era "Rolling in the deep", finendo per considerarla mia dea del soul una volta ascoltato tutto "21", non potevo mancare di inserirla nella mia prima wishlist


cover dell'edizione italiana
Edna O'Brien, "Ragazze di Campagna":
"La timida e romantica Caithleen sogna l'amore, mentre la sua amica Babà, sfrontata e disinibita, è ansiosa di vivere liberamente ogni esperienza che la vita può regalare a una giovane donna. Quando l'orizzonte del loro piccolo villaggio, nella cattolicissima campagna irlandese, si fa troppo angusto, decidono di lasciare il collegio di suore in cui vivono per scappare nella grande città, in cerca d'amore ed emozioni. Nonostante siano fermamente decise a sfidare insieme il mondo, le loro vite prenderanno però vie del tutto inaspettate e ciascuna dovrà imparare a scegliere da sola il proprio destino. "Ragazze di campagna" venne scritto in soli tre mesi e inviato a un editore, il quale ricevette da un celebre scrittore suo consulente questo giudizio: "Avrei voluto scriverlo io". Alla sua pubblicazione, avvenuta nel 1960, l'esordio narrativo di Edna O'Brien, fortemente autobiografico,suscitò reazioni di sdegno e condanna che andarono ben oltre le intenzioni di una sconosciuta autrice poco più che ventenne: il libro fu bruciato sul sagrato delle chiese e messo all'indice per aver raccontato, per la prima volta con sincerità e in maniera esplicita, il desiderio di una nuova generazione di donne che rivendicava il diritto di poter vivere e parlare liberamente della propria sessualità."
Su questo titolo ho un unico dubbio: in italiano o in lingua originale?


immagine fan-made
Lana Del Rey, "Ultraviolence":
riferimenti ad "Arancia Meccanica" a parte, pare proprio che questo sarà il titolo del nuovo album della Del Rey in uscita quest'anno. Non vedo l'ora.










cover dell'edizione in lingua originale
Rainbow Rowell, "Eleanor & Park" (in italiano tradotto "Per una volta nella vita"): 
"Eleanor è appena arrivata in città. La chioma riccia rosso fuoco e l'abbigliamento improbabile, ha lo sguardo basso di chi, in pasto al mondo, fa fatica a sopravvivere. Park ha tratti orientali che ha preso dalla madre coreana e veste sempre di nero. La musica è il suo rifugio per tenersi fuori dai guai. La loro storia inizia una mattina, sul bus che li porta a scuola. Park è immerso nella lettura dei suoi fumetti e perso tra le note degli Smiths, Eleanor si siede accanto a lui. Nessun altro le ha fatto posto, perché è nuova e parecchio strana. Il loro amore nasce dai silenzi, dagli sguardi lanciati appena l'altro è distratto. E li coglie alla sprovvista, perché nessuno dei due è abituato a essere il centro della vita di qualcuno. Tra insicurezze e paure, Eleanor e Park si scambiano il regalo più grande: amare quello che l'altro odia di sé, perché è esattamente ciò che lo rende speciale. Sarà la loro forza, perché anche se Eleanor non sopporta quegli sfigati di Romeo e Giulietta, anche il loro legame deve fare i conti con un bel po' di ostacoli, primo fra tutti la famiglia di lei, dove il patrigno tiranneggia incontrastato. Riusciranno, per una volta nella vita, ad avere ciò che desiderano?".

cover edizione italiana
Natsume Soseki, "La Porta":
"Sosuke e Oyone sono due sposi che conducono una sobria e, in apparenza, tranquilla esistenza. In realtà, il rimorso pesa sul loro cuore. La loro unione ha, infatti, determinato tempo addietro la rovina di Yasui, il compagno di studi di Sosuke, l'elegante, spensierato amico d'università dai vestiti eleganti e dai capelli lunghi, che, dopo la ferita subita dal vortice irresistibile della passione che travolse la mente e i cuori di Oyone e Sosuke, lasciò Tokyo e raggiunse la Manciuria, compromettendo irrimediabilmente il suo avvenire. A costituire per la coppia un'ulteriore fonte di angustie sono le ristrettezze finanziarie - alla morte del padre, Sosuke scopre che del cospicuo patrimonio di famiglia non resta più nulla -, la freddezza dei parenti e, soprattutto, la mancanza di figli, nella quale Oyone scorge un castigo del Cielo. Rassegnati a un destino mediocre, ben lontanto dalla brillante carriera cui Sosuke poteva aspirare sia per nascita che per doti personali, marito e moglie trovano conforto nel reciproco amore, balsamo inestinguibile col quale placano il rimorso che si annida costantemente in un angolo della loro coscienza. Pochi sarebbero gli eventi in grado di scuotere la loro quieta malinconia, se un giorno Sosuke non rischiasse di incontrare Yasui presso il padrone di casa, il ricco, gioviale e generoso Sakai. La notizia che l'amico si accinge a ritornare a Tokyo dalla Mongolia sconvolge Sosuke e rinfocola tutte le ansie..."


Vanna Vinci, "La Casati. La musa egoista":
"Chioma fulva e indomabile, trucco marcato e splendide forme avvolte in audaci mise: Luisa Casati Amman poteva presentarsi in lamé, coperta da piume di pavone, celata in costumi maschili o, semplicemente, nuda. Fu una delle donne più strabilianti della Belle Epoque, famosa per i memorabili exploit - come le passeggiate con un ghepardo al guinzaglio - per le feste faraoniche e per l'incredibile numero di artisti che si lasciarono ispirare dalla sua bellezza. Egoista ed egocentrica, dilapidò un immenso patrimonio inseguendo il desiderio di stupire e trascorse i suoi ultimi anni in povertà, restando però sempre fedele alla leggenda che era diventata. Ma la marchesa Casati è stata in primo luogo un'artista, un'autentica "body performer" ante litteram, il cui unico obiettivo fu, per tutta la vita, quello di trasformare se stessa in un'opera d'arte. Idolo pagano del suo tempo, Coré rivive con lo stesso fascino tra le pagine di questa biografia, a conferma che "l'età non può appassirla, né l'abitudine rendere insipida la sua infinita varietà" ".
Adoro le graphic novel! 

martedì 14 gennaio 2014

*Best of 2013: indie chart*

Eccomi ancora qua a piagarvi gli zebedei.
Questa è la seconda chart dedicata ai Best del 2013 tra le uscite indie. Anche qui ho cercato disperatamente di essere il più stringata possibile per cui, come per la volta scorsa, in classifica troverete solo 5 album (+1).
Pronti ad avvelenarvi il sangue?

*top 5 Indie Chart +1*
Diane Birch -- Speak A Little Louder

5. Diane Birch -- "Speak A Little Louder": già vi avevo parlato di lei e se aveste fatto bene i compitini a casa, lo sapreste per certo che attendevo questo secondo album con impazienza.

Se con il primo lavoro ci si trovava davanti a un'opera ispirata dal soul/gospel anni '60, qui la Birch ci catapulta negli anni '80. I cori trash e le tastiere psichedeliche alla Depeche Mode sottolineano un gusto per il vintage che non si ferma solo al genere con cui Diane è cresciuta e con cui ha debuttato.
La capacità di muoversi tra più generi c'è; quella di produrre un lavoro mainstream e che la faccia conoscere al grande pubblico ancora no.
Vintage.




The Strokes -- Comedown Machine
4. The Strokes --"Comedown Machine": ho già ampiamente elogiato Casablancas e soci in una precedente recensione. Che dire? Nessuno, per tutto l'anno, li ha scalzati dai miei ascolti indie quotidiani.
Alla faccia.










HAIM -- Days Are Gone
3. HAIM -- "Days Are Gone": quanto canta male Danielle dal vivo lo sa solo il signoreiddionostro, ma suona abbastanza bene la chitarra perché io possa perdonarla.
Questo full-lenght mi piace e le tre sorelle HAIM, nel complesso, hanno dello stile e dell'energia nonché delle idee per un indie-pop di classe. "Let me go", penso di averla ascoltata un quadrilione di volte. E poi, puoi fare ambarabàciccìcoccò per scegliere la sorellina preferita (io adoro Este). Sono comunque poli-strumentiste e si sono fatte rispettare all' iTunes Festival di Londra a cui partecipa un sacco di gente giusta introdotta da artisti molto poco mainstream (in Italia, eh, sia ben chiaro).



Austra -- Olympia
2. Austra -- "Olympia": ho adorato questo album electro-indie e l'ho ascoltato più e più volte con rinnovato stupore per ogni dettaglio che coglievo nel tappeto musicale che compone ogni brano. E' la quintessenza dell'essere hipster: cantante dai capelli rossi vestita in modo molto cool che registra un album con altri tizi altrettanto cool e hipster quanto lei. Ma, accidenti, l'album è riuscito. Lei ha una voce che passa dal registro soave a quello potente in pochi fraseggi e non è mai fuori posto. I brani mantengono sempre un livello piuttosto alto a metà tra il il folk nordico, tanto sono rarefatte le immagini che vengono evocate, e la wave più underground. Il risultato è un LP potente, più convincente di altri usciti nello stesso periodo (dato che sembra che il genere piaccia molto ad hipsterlandia), mai noioso e variegato. Ho apprezzato tanto di più gli Austra ai The Knife, per esempio, perché risultano essere meno cervellotici e molto più facili da interpretare.




James Blake -- Overgrown
1. James Blake -- "Overgrown": ho letteralmente consumato quest'album. La custodia è completamente graffiata e il booklet, mezzo sgualcito. Mi sono sperticata in complimenti in questa recensione.
Da allora, nulla è cambiato.










Vampire Weekend -- Modern Vampires of the City
Sul +1 ho avuto il non-plus-ultra delle difficoltà: non sapevo scegliere. E' stata veramente una lotta alla pari.
Ma alla fine hanno vinto i Vampire Weekend con il loro "Modern Vampires of the City"
In questo album ci sono tutti i dogmi e i crismi della musica alternativa, concentrati in dodici brani consumabili in pochi minuti. I Vampire Weekend sono dei pionieri e dei baluardi del genere indie capaci di passare dalle sonorità più spensierate, quelle che li hanno fatti conoscere alla "A-Punk" o "Cape Code Kwassa Kwassa" o ancora alla "Horchata", a sound più oscuri - come in quest'ultimo LP. I ragazzi sono cresciuti, e in questo lavoro si sente.

L'altro album candidato era quello di Anna Calvi, "One Breath", che essendo bello da togliere il fiato non poteva comunque non essere citato. Ho parlato di lei, qui.

Buon 2014 a tutti :)