giovedì 8 agosto 2013

Libertà, Jonathan Franzen - Recensione

Freedom - Jonathan Franzen
Come puoi recensire e votare un libro che viene considerato - ed effettivamente è - un capolavoro della letteratura americana moderna?
Non puoi; al massimo puoi limitarti a darne un giudizio sommario e generico, consigliandolo o meno ad amici e conoscenti.
Nel mio caso, proverò a spendere qualche parola in più senza cercare di perdermi troppo nei meandri di una recensione che sarebbe molto più grande di me.

Vi lascerei anche il link che vi porterà dritti dritti alla pagina del sito web della Einaudi in cui compare la recensione scritta da Paolo Giordano; uno che le parole le sa usare certamente bene e sicuramente meglio di me:
http://www.einaudi.it/speciali/Paolo-Giordano-su-Liberta

Ho pensato e ripensato a cosa scrivere, come esprimere al meglio lo stupor provato mentre leggevo di una famiglia borghese americana come quella dei Berglund, che viene sviscerata e analizzata sotto ogni punto di vista. 
Mentre affondavo tra i rapporti umani vischiosi e fragili e mentre entravo a stretto contatto con la depressione che attanaglia molti dei personaggi; una malattia così diffusa, in realtà, da lasciare amareggiato anche chi ne ha sempre e solo sentito parlare.
I Berglund sono una famigliola qualsiasi, che vive in un tipico sobborgo americano; poco dopo il matrimonio un giovanissimo Walter e un' ancor più giovane Patty acquistano a poco prezzo una casa che impiegano anni a ristrutturare. In quella casa crescono i loro due figli, Jessica e Joey, e sempre in quella casa la famiglia comincia a sgretolarsi a poco a poco, sotto il peso di responsabilità, desideri mancati, sogni infranti, speranze vane, ideologie che devono scontrarsi con lo scorrere degli anni e dei piccoli eventi contrari che costellano le esistenze di ogni essere umano.
Patty, che all'inizio della storia viene descritta dal vicinato come di una bontà costruita e di facciata, è il motore della storia; da lei dipendono molte delle infelicità che affliggono il suo piccolo nucleo familiare - in quanto da sempre indecisa nella scelta tra il marito Walter e il di lui migliore amico-musicista, Richard Katz (che è l'antitesi di Walter; menefreghista, edonista e di un egocentrismo spaventoso). 
Ma è la concomitanza di eventi e l'intrecciarsi di caratteri opposti tra cui vige l'incomunicabilità, che farà precipitare gli eventi; l'idealizzazione che Walter fa della moglie e la sua cieca speranza di agire per il bene dell'ambiente, di cui è da sempre strenuo difensore.
I caratteri dei figli che si formano con il passare degli anni e che si distanziano sempre più da quello dei genitori, è l'altra componente critica che manda l'idillio al catafascio.

Ma, come dice anche il signor Giordano, è impossibile riassumere brevemente la trama di questo romanzo realistico e crudo al tempo stesso; l'intreccio si stratifica e si solidifica a mano a mano che la storia e gli anni avanzano, fino allo scioglimento finale che dispiega la matassa e chiude la storia in modo circolare.
I personaggi/attori che compaiono all'interno della vicenda sono tra i più complessi e profondi che io abbia mai incontrato nella storia di un autore occidentale moderno, e la dovizia con cui i loro sentimenti vengono portati allo scoperto, quasi chirurgica.
Impossibile non immedesimarsi con almeno uno di loro; impossibile non capirne ed esaltarne i pregi e compatirne i difetti mastodontici che però, li rendono tanto umani.
La prosa di Franzen, è lodevole; parlare per 600 pagine di vite qualsiasi - delle dinamiche di un matrimonio e delle conseguenze a cui scelte affrettate portano - senza mai annoiare il lettore, è un'abilità data a pochi eletti.
Non ci sono costruzioni verbali complicate o ampollose, ma solo acutezza secca e diretta. L'ironia di Franzen nel descrivere certe situazioni dilaga attraverso il punto di vista dei suoi protagonisti, soprattutto da quello della "sua" Patty, così ironica e auto ironica nei confronti dell'esistenza e della società.
La società americana qui compare in tutte le sue contraddizioni: la patria del sogno americano che si sgretola sotto il peso della corruzione e del Dio Denaro. Una lettura lucida e critica nei confronti della guerra in Iraq, basata esclusivamente su scopi di lucro; l'impotenza delle piccole genti che per trovare un posto nella società, sono costrette a silenziare le coscienze.
La dendroica cerulea, che fa la sua comparsa anche in copertina, ad un certo punto acquista un valore più che rilevante; è la morte ideologica delle identità e dei sogni da ragazzi, l'estinguersi della coscienza dell'individuo e della sua affermazione.

Un romanzo complesso questo "Libertà" di Franzen; porta questo titolo emblematico che in realtà ne decanta la totale assenza, senza mai parlarne apertamente.
Perfino le dinamiche sotterranee di una famiglia non sono mai prive di legami obbligati e obbliganti: tanto più spesso è necessario comportarsi in un certo modo per salvare le apparenze, per non incombere nella critica spietata di una società troppo bigotta e chiusa.
Un romanzo importante, che descrive una fetta consistente di società e dei suoi valori effimeri.
Un capolavoro moderno, che merita la pazienza di essere letto fino in fondo.